martedì 11 febbraio 2014

INTRODUZIONE AL DIAMANTE 1

INTRODUZIONE AL DIAMANTE 1

…in India, dalle leggende alla realtà…

I diamanti si sono formati in tre distinte ere geologiche molto remote: la prima dai quattro ai 3,5 miliardi di anni fa, la seconda circa tre miliardi di anni fa e la terza 1,2 miliardi di anni fa. [1] Sembra che proprio questa possa aver generato gli ultimi diamanti, vale a dire che la terra è diventata troppo “vecchia” - o troppo fredda all’interno - per riuscire ancora a creare una simile meraviglia della natura. Essi nascono a duecento chilometri sotto la crosta terrestre a temperature di 1200 gradi e pressioni di oltre cinquantamila atmosfere. Questi sono elementi indispensabili perché gli atomi di carbonio si uniscano e si compattino molto strettamente fra loro. Per avere un'idea della pressione necessaria a cristallizzare il carbonio in diamante, bisogna immaginare di ribaltare la Torre Eiffel e di piazzare la sua punta sul palmo della mano. Fenomeni tellurici, spostamenti dei continenti e, principalmente, le eruzioni vulcaniche accadute in milioni di anni hanno trasportato in superficie i cristalli, attraverso il magma, in due differenti tipi di giacimenti: i primari (quelli scavati dall’uomo) e gli
Un diamante grezzo perfettamente formato
alluvionali (quelli lungo i corsi d’acqua).


I diamanti, si sa, sono rari ed anche costosissimi da estrarre: bisogna scavare quattro tonnellate di terra e sassi per ricavare un carato di grezzo di cui in seguito si perderà dal 60 al 70 percento del suo peso per tagliarlo adeguatamente. Per rendere l'idea della rarità di quest’affascinante e prezioso dono della natura, bisogna sapere che tutti i diamanti tagliati di qualità gemma - quindi solo quelli destinati a adornare un gioiello - prodotti nel mondo negli ultimi 4000 anni non riuscirebbero a riempire una stanza di cinque metri cubici. In totale, sia di qualità gemma sia di qualità industriale, sarebbero state estratte poco più di 200 tonnellate di grezzo, la cui produzione è cresciuta 50 volte nell’ultimo secolo.

La storia dei diamanti va di pari passo con quella dell’uomo, permeata di miti, leggende e sortilegi ma sempre sorretta da un’ineluttabile realtà. Il primo uso pratico dei diamanti grezzi risale a seimila anni fa, in pieno periodo neolitico: sembra che fossero usati per affilare le asce tribali in pietra usate durante le cerimonie di sepoltura in quel vasto territorio che oggi è la Cina. Dal 2500 a.C. e fino al XVIII secolo essi rimasero una prerogativa assoluta dell’India dove gli esemplari migliori erano sempre destinati ai regnanti. Citati nella Bibbia, i diamanti erano quasi sconosciuti ai Greci che tuttavia gli attribuirono il nome di adamas, invincibile. Essi ebbero il gran favore dei Romani delle classi più alte, affascinati più che dalla loro rarità e durevolezza dal significato mistico e magico che era loro attribuito. Quasi sicuramente furono gli stessi intraprendenti mercanti arabi che, dovendo affrontare i mille pericoli del lungo viaggio verso occidente per mare e per terra, infondevano nelle pietre alcuni valori aggiunti.

Platone scrisse che essi racchiudevano gli spiriti eletti, altri pensavano che fossero frammenti di stelle ed in ciò probabilmente vi è un briciolo di verità, giacché all’interno di alcune meteoriti cadute sulla terra si sono ritrovati dei nano-diamanti. Ma una delle leggende più belle è quella, antichissima, di Alessandro Magno nella Valle dei Diamanti, un luogo assolutamente straordinario al confine del Khorasan nell’India del nord, una sorta di profondissima miniera dove dei grandi serpenti facevano buona guardia impietrendo i malintenzionati con un semplice sguardo. Alessandro - che non si fermava facilmente di fronte alle avversità - fece approntare degli specchi di metallo e li fece porre di fronte ai serpenti affinché essi stessi, guardandosi a vicenda, cadessero impietriti, lasciando così liberi i suoi soldati di raccogliere le pietre. Questa leggenda così affascinante fu anche ripresa, con opportune variazioni, dal Milione di Marco Polo e dalle Mille e una notte.


Tutto ciò di cui si è a conoscenza sui diamanti indiani fino al XVIII secolo, si deve ad un viaggiatore e mercante francese, Jean-Baptiste Tavernier, che compì ben sei viaggi in Turchia, Persia ed India tra il 1631 ed il 1668. Nei suoi resoconti, Tavernier riporta con grande accuratezza l’ubicazione delle miniere, le tecniche di estrazione, i primi tentativi di taglio, la valutazione commerciale delle pietre, la descrizione degli immensi tesori degli imperatori Moghul e le loro illimitate collezioni di pietre preziose. Una precisazione: quando si parla dei grandi diamanti indiani di eccezionale qualità, spesso si indicano come provenienti dalla “miniera di Golconda”. Questa non è mai stata una miniera, bensì una fortezza militare nello stato dell’Andrha Pradesh che divenne un centro di scambio per il grezzo proveniente dalle miniere della zona (distanti peraltro “da cinque a sette giorni di viaggio” come Tavernier scrive), Raolconda e Kollur, che impiegavano 60.000 persone. Oggi Golconda si può geograficamente localizzare con Hyderabad.

Su un piano puramente congetturale, si può ipotizzare che nel corso di quasi diciotto secoli gli Indiani hanno estratto da tutti i loro giacimenti, situati principalmente nell’altopiano del Deccan, dai venti ai trenta milioni di carati di grezzo. Verso la fine del XVII secolo si recuperavano annualmente dai 50.000 ai 100.000 carati; nel XX secolo questa cifra si abbassa gradualmente fino a 20.000 carati. Nel 1996, l’unica miniera indiana ancora in funzione – Panna, nello stato del Madhya Pradesh a sud di Nuova Delhi – ha prodotto 20.000 carati e 84.000 nel 2003. Si calcola  che le riserve attuali di grezzo indiano superino un milione di carati; a questo proposito, dal 2004 l’area di prospezione di svariate società minerarie locali ed internazionali si è notevolmente estesa nelle due miniere più attive, Panna e Bunder, pur fra svariati problemi burocratici, tecnici e politici. [2]

L'odierna area di produzione dei diamanti in India



[1] Studi recenti indicano fra i giacimenti più antichi quelli canadesi, poi quelli dell’Africa del Sud ed infine quelli in Siberia.
[2] Tutte le cifre di produzione di diamanti in questo paragrafo sono elaborazioni di dati rilasciati dal GJEPC, Gem & Jewellery Export Promotion Council del Ministero dell’Industria e Commercio indiano.

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