INTRODUZIONE AL DIAMANTE 4
…
1866, si scoprono i diamanti in Sud Africa…
Come accadde in Brasile, tutto nacque ancora una
volta quasi per gioco lungo i greti dei fiumi Vaal ed Orange, nello Stato
Libero di Orange, [1]
dove i figli dei “boeri” (i coloni olandesi, tedeschi e ugonotti insediatisi
sull’estrema punta meridionale dell’Africa fin dalla metà del XVII secolo per
sfuggire alle persecuzioni religiose) [2]
giocavano alle biglie con dei sassolini colorati e lucenti. Nel 1866 una di
queste pietruzze ebbe l’onore di diventare ufficialmente il primo diamante
trovato in Sudafrica. Valutato 500 sterline, fu tagliato a Londra a cuscino
ovale di dieci carati pieno di difetti che passerà alla storia con il nome di
Eureka.
L'area diamantifera del Sud Africa fra i fiumi Vaal e Orange |
Due anni dopo un giovane pastore trovò un grezzo di
83 carati che fu barattato con 500 pecore, dieci buoi ed un cavallo, una
piccola fortuna tenendo conto dei tempi e dei luoghi. Questa pietra diventerà
la Star of South Africa, una superba goccia di 47 carati. [3]
In quei paraggi sorgeva la tranquilla fattoria di due boeri, i fratelli De Beer, dove fu trovato un numero considerevole di pietre in brevissimo tempo. La voce si sparse immediatamente e scoppiò il rush, la febbrile corsa alla ricerca del grezzo con il risultato di far arrivare un’orda di cinquantamila famelici ed improvvisati cercatori da ogni angolo del mondo: la maggior parte dei diecimila coloni che lavoravano quelle terre aride, da sempre ostili al capitalismo industriale, non trovò miglior soluzione che venderle per pochi soldi.
Star of South Africa |
In quei paraggi sorgeva la tranquilla fattoria di due boeri, i fratelli De Beer, dove fu trovato un numero considerevole di pietre in brevissimo tempo. La voce si sparse immediatamente e scoppiò il rush, la febbrile corsa alla ricerca del grezzo con il risultato di far arrivare un’orda di cinquantamila famelici ed improvvisati cercatori da ogni angolo del mondo: la maggior parte dei diecimila coloni che lavoravano quelle terre aride, da sempre ostili al capitalismo industriale, non trovò miglior soluzione che venderle per pochi soldi.
Il diamond rush |
Rhodes e Barnato sulla copertina di un libro |
La vita di Cecil John Rhodes fu breve, intensissima
e straordinariamente interessante. Egli si rese conto che l’unico modo di
garantire il futuro alle miniere gestite dalla De Beers, era di riunirle in un
conglomerato e che, per sostenere i prezzi del prodotto, sarebbe stato
necessario avere un unico canale di vendita. Da qui, nel 1890, nasce il London
Diamond Syndicate, un gruppo di dieci clienti esclusivi che, con un sistema di
quote, bilanciavano l’offerta e la domanda del grezzo sul mercato mantenendone
così il prezzo. Non vi era nessun altro luogo al mondo dove far nascere questo
“cartello”: Londra era, infatti, dove la Compagnia delle Indie faceva pervenire
tutte le preziose merci delle colonie inglesi già da centinaia d’anni. [7]
Certificato azionario della De Beers Consolidated Mines Ltd. |
[1]
L’Olanda era divenuta un regno indipendente sotto la dinastia degli Orange con
i Trattati di Parigi del 1814, in seguito allo smembramento dell’impero
napoleonico.
[2]
Le persecuzioni religiose contro i protestanti francesi (chiamati Ugonotti, dal
tedesco Eidgenossen, confederati) erano cominciate già nel 1572 con il
massacro della notte di San Bartolomeo. Nel 1598, tuttavia, fu firmato l’editto
di Nantes che accordava alcuni diritti civili ed il libero esercizio di culto
ai protestanti. Ma Luigi XIV abrogò questo editto nel 1685, costringendo così
molti di loro ad emigrare in varie parti del mondo. Un certo numero di orafi
francesi si trasferì a Londra, mentre almeno duecento individui con diversi
mestieri andarono nella zona del Capo in Africa del Sud ed è molto probabile
che, due secoli dopo, alcuni dei loro discendenti partecipassero al diamond rush o lavorassero nella Compagnie
Française de Diamant du Cap (la società mineraria fagocitata nel 1887 da Cecil
Rhodes, insieme a tutto il resto per formare la De Beers. Vedi più avanti).
[3]La
Star of South Africa fu rivenduta per 11.300 sterline al tagliatore Louis Hond
che la modellò in un’importante goccia di 47 carati. Poco dopo Lord Dudley
l’acquistò per 125.000 dollari e nel 1974 sarà venduta all’asta di Christie ’s
a Ginevra per 552.000 dollari.
[4] La prima
attività di Rhodes appena arrivato in Africa del Sud fu quella di fabbricare
ghiaccio.
[5] Nei primi anni di attività la produzione
sudafricana cresce in proporzione geometrica: 1 milione di carati nel periodo
1872-1874; 2 milioni nell’anno 1884; 4 nel 1888; 6 nel 1916; 8 milioni di
carati nel 1927. Nel 2001 si sono prodotti 11,3 milioni di carati di grezzo con
un prezzo medio di poco più di 100 dollari al carato, mentre nel 2007 la
produzione è salita a 15,7 milioni di carati ma il prezzo medio per carato è
sceso a 95 dollari. Come raffronto è
opportuno ricordare che nel corso di duemila anni dalle miniere indiane sono stati
estratti circa venti milioni di carati e che la stessa quantità fu estratta in
Brasile in duecento anni.
[6]
Nel luglio 1887 i banchieri Rothschild estesero un prestito di 750.000 sterline
alla nascente società mineraria. Da quel momento in poi la loro partecipazione
nella De Beers, condotta con grande discrezione, fu sempre attiva e continua
ancora oggi.
[7]
All’inizio del XX secolo l’Inghilterra disponeva di un impero vasto 33 milioni
di chilometri quadrati con 450 milioni di abitanti, all'incirca un quarto di
tutta la popolazione mondiale.
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